Napoli – Trapani, un gemellaggio che viene da lontano

Non ci può essere miglior inizio di gemellaggio, che decidere di scrivere un articolo a quattro mani, spinti dall’incontro tra me e Roald Lilli, giornalisti, anche se io dell’ultima ora.
Forse il nostro articolo sarà innovativo perché ci alterneremo nel mettere penna in carta, creando nei nostri amici panathleti, un dubbio su chi sia l’estensore di un concetto, ma anche questo fa parte del gioco, e come sostengo sempre, la forza sta nella coesione e nell’affrontare un cammino spinti dagli stessi ideali, supportandosi nei momenti di défaillance.
Questo è lo spirito con cui si deve affrontare un gemellaggio; qualcuno, in modo limitativo, ritiene che sia un momento aggregante, dando temporalità limitata ad un patto che invece deve dare nuova linfa ai Club.
Con la mia presidenza del Club Napoli, ho stimolato insieme al Consiglio Direttivo, il germe del gemellaggio, ed ho voluto iniziare con Trapani, spinto anche dall’emozione, mi sia consentito, del ritorno nella terra di origine.
Questa nostra idea, ritengo, debba essere condivisa da molti Club, per avere quegli stimoli che possono solo aiutare la crescita.
Il Panathlon, a mio avviso non è solo conviviali, ma deve essere nello sport e per lo sport e per tal motivo il Club Napoli ha creato i “campi panathletici” che non solo hanno la funzione di far conoscere le esperienze sportive dei soci, ma anche di “overture” verso la società, per dare rispetto al nostro ruolo di associazione benemerita del CONI.
Ciò premesso, quando nel Giugno del 2010, Lorenzo Branzoni, allora Presidente del Club di Pavia, ha invitato nella sua città i Clubs di Napoli e Trapani, era certamente consapevole che il seme affidato al solco di un terreno fertile, arato da laboriosi panathleti, avrebbe fatto germogliare un’amicizia che in breve tempo avrebbe alimentato quei valori comuni che contraddistinguono il nostro modo di essere, di agire e anche di sognare, con caparbietà, che i nobili sentimenti dello sport, alla fine, abbiano il sopravvento sui comportamenti atipici di una società arida, avida e sempre più in preda ad egoismi di ogni sorta.
Così, dopo il gemellaggio Napoli/Pavia, abbiamo celebrato anche quello fra Napoli e Trapani, due città che hanno il comune privilegio di aver vissuto una pluricentenaria storia marinara, arricchite dai valori condivisi con naviganti provenienti da ogni angolo del mondo.
Città aperte, città solari, così come lo sono i loro abitanti, come lo sono quei panathleti che hanno scelto di mettere in fattore comune le loro esperienze in ogni campo; di mettere assieme il loro sviscerato amore per lo sport e i valori di cui è portatore.
Arrivano a Trapani di buonora i dieci portavalori del Club Napoletano e subito è messa a dura prova la loro resistenza fisica, per via di un calendario fitto di incontri e di impegni sportivi, culturali, ma anche turistici, per l’opportunità che viene data loro di conoscere da vicino un territorio che da qualche anno ha scoperto e con successo, la sua vocazione turistica.
Si discute di giovani, di sport, di valori condivisi; ma si discute anche dell’essenza di un Panathlon che guarda al mondo, che guarda agli sportivi d’oltre oceano, quale valore aggiunto di un organismo che vuole prepotentemente proporsi alla società e alle istituzioni quale modello cui guardare per la formazione di una società che sappia trarre dai giovani i migliori auspici per il proprio futuro.
Il rituale del gemellaggio, abilmente pilotato da Francesco Schillirò, Presidente del Club napoletano, avviene nel corso di una Conviviale che impegna i numerosi panathleti presenti, in un rigido quanto accattivante cerimoniale che, apertosi con l’Inno di Mameli, si conclude con un genuino scambio di abbracci fra amici che hanno scoperto di avere radici comuni che ne fanno uomini speciali; veri uomini di sport. Si conclude con l’impegno di rivedersi periodicamente, per elaborare e mettere a punto quelle iniziative che rappresentano i valori fondanti del Panathlon, prime fra tutte quelle mirate alla diffusione, a tutti i livelli, della concezione dello sport ispirato al fair play, quale elemento culturale degli uomini e dei popoli.
A suggellare l’evento, era presente a Trapani anche il Vice Presidente del Panathlon International Antonio Emilio Gambacorta che nel suo intervento ha ricordato l’importanza che oggi il nostro organismo assume a livello internazionale, stimolando i contraenti ad operare sempre con immutata dedizione in favore delle giovani generazioni che, oggi più che mai, hanno bisogno di un sostegno che li aiuti a superare il disagio dell’incertezza del domani; giovani che hanno bisogno di ritrovare nei valori dello sport le loro nobili fondamenta.
Il “Patto di Gemellaggio” è stato sottoscritto da Mario Brunamonti, dell’Area 9 Sicilia e Francesco Schillirò dell’Area 11 Campania; Testimoni “responsabili”, Ciro Beneduce e Alberto Scuderi, dei Clubs di Trapani e Napoli; il Distretto Italia, per l’occasione è stato presente con Antonio Emilio Gambacorta.
I due Clubs, intanto si stanno distinguendo nei rispettivi territori per una serie di interessanti iniziative che mirano alla costruzione di una società più sana, più consapevole, più aperta ai bisogni del ragazzo.
Napoli, come detto in premessa, ha attivato i “campi panathletici”, con il loro importante significato di “conoscenza”; Trapani, da parte sua, ha varato il progetto “Salvagente”, un’iniziativa che coinvolge scuole e associazionismo, con l’obiettivo di ridurre il disagio manifestato da tante componenti dell’attività sportiva giovanile (dirigenti, tecnici, genitori), per i comportamenti inaccettabili posti in essere da chi vive il confronto sportivo con insensata aggressività e totale mancanza del fair play, in una smodata ricerca del risultato positivo ad ogni costo, mortificando totalmente la fondamentale funzione educativa che una sana e corretta pratica sportiva deve assicurare alle giovani generazioni.
É abbastanza evidente che sia Napoli che Trapani sanno guardare avanti, ben oltre il limite imposto dall’orizzonte e che per far questo e farlo bene, hanno deciso di gemellarsi, condividendo così progetti e valori.

Roald Lilli Vento
Francesco Schillirò